.Mondi paralleli Adrea Schettin URBEX

Ma esistono davvero mondi paralleli? È una domanda alla quale l’uomo, da secoli, ha cercato di dare risposte. Filosofi, teorici, scienziati, matematici e indovini, hanno cercato di definirne la ‘figurazione’. Ma delineare una realtà parallela non è possibile proprio perché è essa stessa trascendente, frutto dell’immaginazione, del pensiero e quindi strettamente soggettiva e mutabile. Tuttavia, quando la immaginiamo in una diversa dimensione spazio-temporale, la attribuiamo a un ‘mondo parallelo’. Un mondo separato e distinto dal nostro ma coesistente con esso, semplicemente identificabile con un altro ‘continuum spazio-temporale’.

Podgarić | Croazia | 2022
Monumento alla Rivoluzione è una scultura commemorativa della Seconda Guerra Mondiale di Dušan Džamonja , situata a Podgarić , comune di Berek , Croazia . Il monumento è alto circa dieci metri e largo venti. È dedicato agli abitanti della Moslavina.

I parallelismi possono essere le costruzioni dell’uomo abbandonate a sé stesse. Palazzi, fabbriche, ospedali, edifici o interi quartieri abbandonati, che assumono una nuova dimensione. Il tempo non si ferma ma si adatta al naturale evolvere della vegetazione con la quale va lentamente in simbiosi. La natura prende possesso degli spazi e come un nuovo abitante ne modifica gli elementi.

Questi luoghi vengono esplorati da fotografi che catturano le immagini della nuova esistenza.

Si chiamano Urbex i fotografi che praticano la ‘urbex exploration’. Una forma d’arte che consiste nell’esplorare e fotografare luoghi costruiti dall’uomo e abbandonati a sé stessi.

Il primo Urbex della storia sembra sia stato Philibert Aspairt che nel 1793, si perse nelle catacombe sotterranee di Parigi dove morì, diventando così tristemente celebre.

Pryp”jat Černobyl’ | Ucraina | 2017
Autoscatto davanti alla ruota panoramica nella Zona di Alienazione.

 

La fotografia e la documentazione storica sono ingredienti essenziali per Andrea Schettin, fotografo vicentino, che vanta più di trecento collezioni fotografiche eseguite in vari luoghi del pianeta. Inizia il suo percorso fotografico negli anni ’80, definendo il suo stile nel 2015 quando in un’infiltrazione, in un vecchio lanificio, ha avuto la percezione esatta di viaggiare in un “mondo che ha avuto un altro tempo”.

In principio esegue molti servizi in città italiane, in particolare a Venezia, allargando i suoi orizzonti in molti altri paesi tra i quali: Armenia, Chernobyl (la città fantasma di Pryp’jat e il Duga 3), Tenerife (il lebbrosario di Abades), varie location in Croazia, Bulgaria (il Buzludzha, un palazzo del governo abbandonato sulle montagne), Venezuela (un antico macello) e a Cuba immortala la sua struggente decadenza.

A Berlino dove le sue immagini sono state particolarmente apprezzate, ha operato per ben otto volte: “quello che è stupefacente è che in tre location sono ritornato e ho trovato grandi cambiamenti come rinnovati mondi paralleli”.

Il suo slogan è: “…c’è dell’abbandono! …dietro al muro si trova un’altra civiltà, i rumori cambiano, le luci cambiano, cambia la percezione del tempo. Si trovano graffiti di street art, tante cose abbandonate, vestiti e oggetti, anche macchinari, a volte sembra di entrare un una astronave dimenticata o in una dimensione parallela post-atomica. Questi luoghi sono stati abbandonati dall’uomo ma continuano a vivere un loro tempo. Io ci entro silenziosissimo, per rispettare e per essere solo uno spettatore, per scoprire, per ascoltare e per cogliere tutte le sensazioni. Per questo, se potessi, preferirei essere invisibile. Allo stesso modo quando esco dall’area, lo faccio in religioso silenzio, sempre dallo stesso ‘buco’ dal quale sono entrato, come un sub che riemerge.

In questo modo rimane un’esperienza impressa nella mia mente, un film che è solo mio, una bolla spazio-temporale di cui porto testimonianza con le sequenze fotografiche”.

Ex fabbrica Lanerossi | Schio | Italia | 2016

 

Il lavoro per la realizzazione di questo libro fotografico inizia a Venezia, in una vecchia serra in stile liberty adibita a salotto verde, come location perfetta per un viaggio Urbex.

L’Urbex Schettin è impaziente di mostrarmi i migliori scatti delle sue ‘infiltrazioni’; l’incanto racconta queste immagini, passando a un’attenta selezione delle fotografie che devono accompagnare la visione dei mondi paralleli.

Le immagini scelte possono evocare per alcuni versi un mondo triste e decrepito, ma poi guardando bene, si colgono le espressioni ironiche e beffarde di questo mondo onirico.

Buona visione, Simone Pavan

Gyumri | Armenia | 2019
Iron Fountain. Ampie aree di Gyumri furono rase al suolo durante il devastante terremoto che colpì questa parte dell’Armenia occidentale nel 1988. La fontana Iron Fountain era il fulcro del campus del Politecnico di Gyumri che la circondava e, quando il terremoto di magnitudo 6,8 colpì, tutto nell’area fu distrutto ad eccezione della fontana.