.Fabrica de Arte Cubano

La Fabrica de l’Arte Cubano è il simbolo dell’accelerazione dell’apertura di Cuba al mondo intero. Intervista a Carlos Alfonso e a Ele Valdes

Di Damiano Miotto

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“gli artisti continueranno sempre a morire di fame continuando a fare arte.

Tu ad un artista gli puoi togliere un salario e loro non si metteranno mai a fare altro, continueranno ad essere artisti continuando a lavorare”

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Buongiorno Carlos, ci racconti come è nato il progetto della Fabrica de l’Arte Cubano.

L’idea è nata alla Scuola Nazionale d’Arte dove mia moglie Ele [n.d.r. Ele Valdes, co fondatrice e moglie di Carlos], studiava insieme a ballerini, pittori, scultori ed altri studenti impegnati in altre arti. In principio occupammo uno spazio favoloso nel Padiglione delle Esposizioni del Palazzo dei Convegni (Pavesco) dove ci fermammo un anno con la stessa idea della scuola di interagire con le varie arti, però anche il Padiglione organizzava i suoi propri eventi interrompendo il nostro lavoro e fu così che dopo aver terminato la prima manifestazione di Arte e Moda, abbiamo deciso di spostarci. All’inizio pensavamo di dirigerci verso un luogo per poter fare prove ma non era realmente quello che volevamo. Quando ci sedemmo con il consiglio per decidere definitivamente, abbiamo chiesto La Fabrica.

Anticamente era un magazzino del ministero della pesca che successivamente venne trasformato nel rimessaggio dei tram. Quando lo abbiamo preso era orribile e con cinque uomini armati di martelli e scalpelli, iniziando dal basso verso l’alto, scoprimmo di tutto: vecchie fatture della compagnia elettrica nazionale, casse di sigari, lampadine ancora funzionanti e altre infinite cose. Il secondo passo fu quello di formare una equipe di architetti, scultori ed artisti per costruire il concetto di come riconvertire ogni spazio. Ci vollero dieci mesi per iniziare a dar vita a La Fabrica De L’Arte che inizialmente era molto diversa da ciò che è adesso però già con la visione di avere opere d’arte pittorica, scultura e musica. All’inizio lo spazio adibito alla musica era solo uno.

La genialità è stata aprire uno spazio nuovo ogni anno per adeguarci ai nuovi modi di esercitare l’arte quindi non solo il quadro dell’artista ma anche l’opera digitale, creando una maniera diversa per presentare le cose nuove. Riusciamo a fare questo perché ogni tre mesi ci fermiamo un mese e questa è la vera parte creativa. Questo periodo è dedicato interamente per stimolarci artisticamente, per cambiare le cose, per riposizionarle e portare aria nuova.

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