In memoria di Ernesto Rancaño (La Habana, 1968-2022).

Artefice di candida sensibilità, riconosciuto per la maestria del suo pennello e dei suoi tratti, creatore di un immaginario di simbolismi che identificano una produzione amplissima e prolifica. Questo importante artista dell’arte cubana contemporanea, si è inserito nelle tendenze postmoderne combinando diversi linguaggi, che vanno dall’utilizzo di tecniche di tradizione pittorica, al design e alla video installazione, senza mai abbandonare quel suo stile surreale e onirico della sua opera.

Dai suoi ‘colibrì’ eterei e spirituali, il suo lavoro scruta l’individuo universale, corpo fisico ed essere politico, che riesce a definirsi solo in relazione alla sua realtà immediata e alla sua epoca. Senza dubbio segnato da una nostalgia di futuro che si percepisce nell’infinito dei suoi orizzonti e in quella linea di muro di fronte a un mare di acque perenni, l’esistenza umana e il dolore tollerato da corpi belli lacerati in pieno vigore; costituiscono l’universo indagatorio dell’ombra di Rancaño per il quale la creazione non si è lasciata tentare da quella sedia aggrovigliata sul ciglio della strada, ma è stata un “senza sosta” fino al respiro finale.

Delia Maria López Campistrous

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