.Arte Preistorica in Sardegna

L’Arte Preistorica

L’arte dimenticata. Le manifestazioni artistiche della Sardegna preistorica

A cura di Riccardo Cicilloni, Professore Associato di Preistoria e Protostoria, Università di Cagliari | Corrispondente Simone Vacca

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Quando si parla di arte in Sardegna, il pensiero corre naturalmente alle splendide chiese romaniche sparse nel territorio isolano, ai retabli dei maestri quattro-cinquecenteschi, ai capolavori dei grandi artisti contemporanei come Costantino Nivola, Pinuccio Sciola, Maria Lai.

Ma esiste, nell’isola, anche un’arte più segreta, misconosciuta, un’arte nascosta nei luoghi e nei monumenti dei nostri antenati: si tratta dell’arte della Sardegna preistorica, che ha prodotto raffigurazioni di grande valore e intensità, degne di essere apprezzate ed amate anche ai giorni nostri.

D’altronde, come sostiene uno dei maggiori studiosi di arte preistorica, Emmanuel Anati, non si dovrebbe fare differenza fra le manifestazioni artistiche preistoriche e quelle contemporanee, perché l’arte preistorica è anche “contemporanea”, è capace cioè di trasmetterci sensazioni ed emozioni ancora adesso, annullando i millenni che ci separano dai suoi primi fruitori. Certo, si tratta, come spesso accade presso le popolazioni antiche, di un’arte fortemente legata al culto ed alla religiosità, un’arte piena di significati magico-simbolici che ci riportano all’arcaico mondo dei nostri antenati.

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“…l’arte preistorica è anche ‘contemporanea’, è capace cioè di trasmetterci sensazioni ed emozioni ancora adesso”

Legate probabilmente a credenze ‘fertilistiche’, connesse cioè alla fertilità della terra e delle donne, in un mondo ad economia essenzialmente agricola e pastorale, sono ad esempio le cosiddette “Dee Madri”, statuette femminili di pietra, argilla od osso, che, secondo molti studiosi, dovevano rappresentare la grande divinità neolitica di derivazione mediterranea, che conosciamo anche in altri siti dell’Europa preistorica, ad esempio a Malta, dove sembra particolarmente venerata all’interno dell’ipogeo di Hal Saflieni.

Nella Sardegna preistorica si assiste ad una capillare divulgazione di queste figurine, con oltre un centinaio di esemplari rinvenuti in grotte, abitati ma soprattutto tombe. Se si esclude l’eccezionale statuina di S’Adde (Macomer), con una testa animale (forse di Prolagus sardus, un roditore preistorico ormai estinto) che si innesta su un corpo femminile, la cui presunta attribuzione a tempi paleolitici è tuttora in discussione, gli esemplari più antichi risalgono almeno alla metà del V millennio a.C.

 

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